Nella terra di Abramo padre delle tre fedi monoteiste
Welcome to my blog post. Arte, musica, spettacolo dai fornelli di casa mia situata in un piccolo paese, dove il tempo scorre così lento da sembrare infinito.
Seduta su di una panchina tempo fa, osservavo l’ombra dell’albero che mi riparava dal sole, il quale riusciva con i suoi raggi a farsi strada tra le foglie. Volgendo lo sguardo all’insù, mi accorsi di come quelle foglie assumessero posizioni differenti, di quanto proprio quella loro varietà avesse un comune denominatore. Allo stesso modo ho pensato agli uomini, alla loro diversità e, al tempo stesso, all’albero che teneva unite le foglie: gli uomini sono singoli individui connessi tra di loro a quell’albero che affonda le proprie radici nella stessa terra.
Di formazione cristiana, cerco di essere una buona testimone degli insegnamenti del mio credo, ragion per cui non posso ignorare le radici della religione che professo. Nel mio viaggio in Terra Santa, ho calpestato la terra dei patriarchi, ho battuto strade millenarie, ho percorso sentieri di storie e di fede, quasi sempre intrecciate, e il viaggio intrapreso da Papa Francesco in Iraq ha portato alla memoria quel viaggio. Ho letto ed ascoltato di questo viaggio come un evento straordinario in una terra dove sembra che tutto possa essere nato. Non storicamente accertato, la figura di Abramo parte proprio dalla terra che oggi identifichiamo con l’Iraq per creare la sua discendenza, come si legge nel libro della Genesi. Lo stesso Abramo di cui parla il Corano, al quale Maometto stesso si rifaceva. Lo stesso Abramo di cui il filosofo Kierkegaard cerca di spiegarne la sua fede nell’accettare il sacrificio di Isacco.
Partendo da questo, ho deciso che quest’oggi il post ci porterà nella terra di Abramo e lo faremo attraverso un cartone animato da 25 minuti che potete trovare su YouTube (https://www.youtube.com/watch?v=VQ5hEW5sUK8), anche se di qualche anno fa, è fatto bene per adulti e bambini. Se avete a disposizione più tempo trovate sempre su YouTube un film della Rai (https://www.youtube.com/watch?v=p-8Ir8k9q4U).
Terra detta “mezzaluna fertile” perché situata tra il Tigri e l’Eufrate, nel corso dei millenni ha subito influenze di vari popoli: dai Califfi successori del profeta, all’invasione dei mongoli. È il mondo degli arabi giunti dall’antica Persia a prendere possesso politicamente e culturalmente su questa terra, creando una cucina ricca e sofisticata negli ingredienti e nelle preparazioni. Per me è stata la prima volta preparare piatti che ho mangiato in varie occasioni ma che non avevo mai cucinato a casa mia. Ho scelto per voi un dolce che non si cucina, che ha pochi ingredienti, che tutti possono realizzare ma sopratutto che è molto buono: Halawah temar
Ingredienti
100 gr mandorle
100 gr noci
100 datteri
6 gr cannella in polvere
un pizzico di sale
Istruzioni
Passare al mixer le mandorle e le noci fino a tritarle. Aggiungiamo i datteri la cannella e il sale e continuiamo a frullare. Quando il composto è bene amalgamato prendiamone un po’ per volta e formiamo delle sfere. Le lasciamo riposare per almeno 30 minuti in frigo prima di servire. Se ci piace possiamo farle rotolare nello zucchero a velo.
Culla della civiltà un tempo Mesopotamia, Iraq quest’oggi, la città di Bagdad ha avuto sede la più grande biblioteca al mondo prima della distruzione a causa del conflitto. Fu sede delle civiltà quali Sumeri, Accadi, Assiri, Babilonesi. Dominato dai Persiani e Alessandro Magno, fu conteso dai romani, invaso dai Mongoli fino a passare sotto l’impero Ottomano. Poi è storia recente, il dominio dei Britannici e tutto ciò che ne è seguito.
Molte volte siamo vittime di pregiudizi, condanniamo parti del mondo senza avere una conoscenza della storia. Quella dell’Iraq è una realtà martoriata e vittima di guerre che restano sempre ingiuste a maggior ragione quando nascono da interessi economici-religiosi. Ho provato ad essere parte della loro storia attraverso la cucina e per questo spero che anche voi vogliate da oggi incuriosirvi ricercando notizie sulla storia e la cultura irachena.
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